Vita di corte…
La vita nelle corti della Grecìa, e di tutto il Salento, cominciava molto presto, al canto del gallo. Il raglio dell’asino, il “traìno” (carro agricolo) che si mette in movimento: la corte si risveglia, al levar del sole il contadino parte per i campi.
Le donne energiche a tirare l’acqua dei pozzi, il fuoco, a impastare il pane, a lavare i panni.
E poi peperoni e pomodori da seccare, legumi da “nettàre”, grano da “stompare” (schiacciare), tabacco da infilare.
Profumi a manciate: il basilico nel sugo, la menta nell’orto e nell’aceto, la cipolla nell’olio bollente.
Nel pomeriggio la corte è tutto un cicaleggio, un convito di comari. Sempre e ancora loro: donne energiche, che ricamano, che filano, che spettegolano.
E i bambini? Giocano a “paddhi”, cioè sassolini lanciati per aria e poi velocemente ripresi; giocano con la “curuddha”, una piccola trottola in legno fatta girare facendo srotolare su di essa una sola corda; giocano a “campana” un percorso di caselle disegnate per terra da attraversare a salti.
..una vita di “corte”, bella, densa, quasi del tutto ormai scomparsa..
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